Racconti
 
 

    

Intervista ad Aquilina Giuseppe.

D. - Giuseppe, come hai conosciuto la Banda?

R. - La Banda era l'unica realtà musicale presente in paese, oltre alla radio: mio fratello Gildo suonava nella Banda, e mio padre suonò per circa 20 anni la grancassa. Nel settembre del 1958 iniziai a studiare solfeggio utilizzando il metodo Carbone, aiutato da Giuseppe Terzi ed Elio Canini. Dopo tre mesi di solfeggio, verso Natale del '58, iniziai a suonare il "quartino", poi passai al clarinetto.

D. - Insieme a te quell'anno, quanti ragazzi iniziarono a studiare la musica?

R. - Nel 1958 iniziammo davvero in tanti, un bel gruppo di 20 ragazzi! La nostra prima "uscita ufficiale" fu il Venerdì Santo del 1959, in occasione della Solenne Processione. Il gruppo di cui anche io facevo parte fu proprio un gruppo di "nuove leve" che diedero una forte spinta alla Banda, raddoppiandone quasi il numero: ai 22 membri già esistenti, ci aggiungemmo noi 20, e la Banda passò così da 22 a 42 elementi!

 

D. - I 22 componenti della Banda come accolsero il vostro ingresso?

R. - Furono inevitabili degli screzi dovuti allo "scontro generazionale", vista la differenza di età tra noi e i più esperti, che suonavano già da tempo. Inoltre faccio notare che non esisteva uno Statuto o un Atto Costitutivo, come non esisteva un Consiglio, pertanto ogni decisione veniva discussa un po' tra di noi, e non era facile trovare concordi 42 persone, per di più di età diverse.
Si discuteva molto, ma si trovava sempre una soluzione.

D. - Dove vi ritrovavate a studiare e a provare le partiture?

R. - Ci si ritrovava in casa di qualcuno di noi, e si provava divisi per classi, ossia i clarinetti con gli altri clarinetti, le trombe con le trombe, e così via; era sempre il più esperto tra noi che cercava di insegnare agli altri, in base alla sua esperienza, sia in solfeggio che in strumento, perché non c'erano veri e propri insegnanti. L'unico metodo, come dicevo, era per tutti il Carbone, che però aveva un limite: era molto "concentrato", ossia aveva pochi esercizi che passavano da un grado di difficoltà all'altro, senza gradi intermedi, pertanto alla fine c'erano esercizi difficili! Comprendeva anche dei duetti, e noi li suonavamo lasciando a chi aveva più difficoltà la parte più facile, mentre i più bravi facevano la parte tecnicamente più impegnativa.