Racconti
 
 

    

Intervista di Santus Fausto a Negroni Alessio, per anni membro della Banda come clarinettista.

D. - Alessio, ricordi quando hai iniziato a suonare, e perché?

R. - Ho iniziato nel 1952 e la musica è stata la mia grande passione; la prima volta che mi esibii fu in piazza a Gromo, alla presenza del Generale Reberberi, quando gli fu conferita la medaglia d'oro sull'arengario del Comune, davanti a tutti gli Alpini che con lui fecero la Seconda Guerra Mondiale. Per l'occasione, oltre alla Banda di Gromo, fu chiamata anche quella di Gazzaniga.

Poi partii per il servizio militare, ed ebbi davvero una fortuna sfacciata, avendo l'opportunità di trascorrere il periodo di leva come musicista della Banda Militare: mi volle sentire suonare il Maestro Semeraro che però con me fu prevenuto,

 

infatti mi disse subito di ricordare i clarinettisti bergamaschi per la loro terribile "vociaccia", ossia per un brutto suono, infatti anche io fui scartato.

La fortuna volle però che a Siena, nella Quarta Compagnia distaccamento città di Siena, il Maestro, che ricordava la mia sfortunata esibizione e in cuor suo pensava non fossi capace di suonare, mi venne a cercare perché gli mancavano clarinetti, e mi fece trasferire; così trascorsi 9 mesi a Siena, e poi fui trasferito a Firenze. Qui servivano musicisti perché stavano organizzando un'importante sfilata. Il Maestro in quella occasione mi disse che mi avrebbero diplomato, ma io purtroppo, come vi spiegherò, non colsi al volo l'opportunità. Servivano 2 clarinetti nella Banda della Polizia Stradale di Firenze, e il Maestro Semeraro mi mandò alle prove. Mi chiesero da dove venivo, e io dissi da Clusone, giusto per dare loro un'idea della zona della bergamasca da cui provenivo. Gli dissi che di lì a un mese sarei stato congedato, e loro mi proposero di restare a suonare con loro per 40.000 lire come stipendio. Inoltre sottolinearono anche che come membro del loro Corpo Musicale avrei avuto diritto a diverse agevolazioni, per esempio all'ingresso gratuito ai cinema; cosa ben più importante, se mi fossi fermato, mi avrebbero conferito il diploma in clarinetto. Io rifiutai perché volevo ritornare alla mia caserma "I lupi di Toscana" dal mio Maestro, il quale mi aveva da tempo promesso che mi avrebbe seguito lui per il diploma. La Banda della Polizia Stradale di Firenze insistette per farmi restare, dicendo che se non mi fossi diplomato col Maestro Semeraro, mi avrebbe seguito il loro Maestro. Fu proprio di fronte a quella scelta da compiere che mi sovvenne un detto dei nostri vecchi: "Chi suona la lira, chi tira di mira, chi pesca con l'amo, muore di fame", che in dialetto fa rima, ossia chi fa di mestiere il musicista, il cacciatore o il pescatore, non ha di che vivere, perché sono mestieri senza guadagno!

Il Maestro mi disse persino che, prima ancora di prendere il diploma, avrei avuto il posto fisso in RAI, ma io non ero per niente convinto, mi affidai come detto alla saggezza popolare… sapete, io ero abituato alle mie montagne, e così ritornai a casa dopo il congedo, non mi diplomai, e sbagliai tutto, me ne sono poi pentito!!